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FICARRA - STORIA E DESCRIZIONE DELLA CITTA' |
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Foto di Oggi | FICARRA - STORIA E DESCRIZIONE DELLA CITTA' | Foto di Ieri |
Ficarra è un comune di 1.797 abitanti della provincia di Messina. Non è
stata ancora accertata l'etimologia del nome. Degli studiosi ritengono che
il primo nucleo fu costituito dagli arabi con il nome di “El Fakhar” (la
gloriosa). Altri sostengono che Ficarra derivi dalle numerose coltivazioni
di fichi, ancora oggi presenti sul territorio: nelle carte geografiche del
Seicento veniva indicato come “La Ficara”, che in dialetto messinese
significa pianta di fico. Il territorio è diviso su tre colline: in quella sud-occidentale vi è il centro (che a sua volta è sormontato dalla collina del convento, da quella della chiesa madre e da quella della fortezza carceraria). In quella a centrale le contrade di Serro, Crocevia e Pietra della Zita, in quella nord-orientale Matini. A nord, in pianura, vi sono Rinella, San Noto, Sauro. Le tre colline sono divise da due valli in cui scorrevano il torrente di Brolo e un suo affluente. La valle sud-occidentale, che divide il territorio di Ficarra da quello di Naso e Sinagra, è invece solcata dal torrente Naso (o Timeto). La nascita di Ficarra mischia storia e leggenda. Secondo Diodoro Siculo furono i fenici a fondare “Pallisa” (che deriverebbe dalla dea Pallade), primo villaggio nel territorio ficarrese. I greci avrebbero ricostruito il villaggio su una collina oggi chiamata “Strummuli” (forse sede di una necropoli scomparsa). Il primo documento ufficiale è del 1082: un diploma del conte Ruggero II di Sicilia in cui veniva citato il nome di Ficarra. Il paese attuale nacque attorno ad una fortezza saracena, citata nel 1198 dai registri di Messina. Sotto i Normanni, il centro nebroideo era un feudo che fungeva da riserva di caccia per i baroni. Sotto gli Svevi il territorio venne attribuito a Guglielmo Amico, che rimase in carica fino a quando Federico II non morì e Ficarra gli venne tolta. Macalda Scaletta e Alaimo da Lentini furono i nuovi proprietari. Caduti in disgrazia persero il feudo, che fu conquistato da Ruggero di Lauria, erede di Guglielmo Amico. Ruggero era il comandante in capo della flotta aragonese e vinse alcune battaglie contro gli angioini. Ciò non impedì al re di confiscargli i beni, tra cui Ficarra, che venne assegnata di nobili Lancia o Lanza di Brolo, che rimarrano in carica fino alla prima metà del Settecento. Il capostipite sarebbe stato Manfredi di Sicilia, figlio di Federico II. I Lancia governarono il paese fino al 1738, quando Girolamo III dovette mettere all'asta la baronia. Ficarra fu venduta per 38600 onze. Da quel momento, vari nobili hanno costruito dei palazzi nel centro del paese, tra cui il Palazzo Baronale, in cui tutt'ora si svolgono varie mostre stagionali. L'ultimo barone di Ficarra è morto agli inizi del Novecento. Ficarra è un tipico paese medievale, che ha comunque subito molti rimaneggiamenti nel tempo. Il centro abitato è pieno di vicoli che si intrecciano con strade asfaltate, palazzi d’epoca si alternano a edifici di recente costruzione, senza tuttavia compromettere il fascino antico che avvolge il paese. Fu sotto i Lancia che il paese ebbe il periodo di massimo sviluppo. Di quell'epoca, rimangono tutt'ora i tre principali luoghi d'interesse del pese: il convento, la chiesa madre e la fortezza carceraria. Il Convento dei Frati Minori Osservanti di San Francesco di Ficarra è situato sulla collina più alta di Ficarra. Venne costruito nell'XI secolo dai monaci della regola di San Basilio. Dopo la caduta degli arabi-musulmani, il convento cadde in disgrazia come tutti i monaci di San Basilio. Venne ricostruito nel 1522. Successivamente, ospitò la seconda biblioteca di Sicilia, con ben 828 volumi. Dal 1866 (per la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello stato) il monastero fu abbandonato e via via cadde sempre più per l'incuria. Nel 1885 il convento fu definitivamente abbandonato con la morte di padre Illuminato Alberto. Nel primo dopoguerra, il Regime Fascista suggerì la creazione di un parco dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale a Ficarra. Venne individuato come luogo utile il chiostro del convento, in quel momento adibito a cimitero comunale. Si procedette quindi ad esumare decine di salme per poter ottenere lo spazio utile ad ospitare delle aiuole, la lapide commemorativa e i 44 cippi marmorei che ricordavano i caduti. Il 4 novembre 1927 il podestà Pietro Milio inaugurò il Parco delle Rimembranze. Ogni anno, fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, in occasione dell'anniversario della fine della guerra, i ficarresi in processione ricordavano i patrioti. Di ciò che fu un tempo uno splendido edificio si conservano le mura
perimetrali e il portale, l’abside e un magnifico arco a pieno sesto della
adiacente chiesa di Santa Maria del Gesù. La fortezza carceraria è caratteritzzata da una pianta quadrata con basi a scarpa, possenti mura in pietra arenaria con merli a coda di rondine e aperta solo dal portale d’ingresso. È un imponente e austero edificio, situato sul colle più a sud. Le stanze sono in successione attorno al cortile. Di fronte all'ingresso vi è la cappella privata. Al centro del cortile, il pozzo è collegrato ad una cisterna in cui arriva l'acqua piovana. Nacque probabilmente come torre di avvistamento e nel 1500 fu ampliata e
dotata di celle per adibirla a carcere. Distrutta per l'incuria e dalle
bombe del 1943, dei due piani originari oggi ne rimane solo uno,
recentemente ristrutturato, mentre il secondo è ridotto ad una terrazza
panoramica. Vi si organizzano moste d'arte. |
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EVENTI ANNUALI | ||
Festa dell'epifania (c/da Matini)
Festa di S. Sebastiano Martire
- Domenica successiva al 20 gennaio Processione del Venerdì Santo Festa Maria SS. del Tindari (a Matini), penultima domenica di maggio. Corpus Domini - Giugno Festa dell'Annunziata, Patrona di Ficarra - 25 marzo ed il 3 - 4 - 5 agosto. |