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La storia di Acireale si sposa con la leggenda dei Ciclopi e dei Lestringoni, nonché con le tradizioni più classiche della mitologia..
Si narra di un idillio d’amore tra il pastorello Aci e la ninfa Galatea, contrastati dal Ciclope Polifemo, figlio del Vulcano, il quale uccide Aci lanciandogli grossi massi. Galatea  rivoltasi agli  Dei , li implora affinché Aci possa riacquistare la vita, questi fu tramutato in fiume, cosichè riversandosi in mare, potè celebrare idealmente l’abbraccio d’ amore con la ninfa amata.
Inizialmente la prima comunità trae origine da una città Greca chiamata XIPHONIA, successivamente, in epoca Romana, la città si chiama ACIS.Durante la denominazione Bizantina, la città ebbe il nome di JACHIUM. Ma venne distrutta dal terremoto del 1169, gli abitanti si spostano più a Nord fondando Aquilia, ma nel 1642 si chiamerà Acireale.
Acireale
, sorge sull’orlo di un pianoro lavico alle pendici sud-orientali dell’ Etna, affacciandosi sulle placide acque del mar Ionio, offre un luogo reso incantevole dall’ azzurro del mare, dal colore scuro della pietra lavica e dal verde degli agrumeti. L’importanza storica, economica e commerciale già in età Romana fu assai nota per la presenza di acque sulfuree che le procurarono fama di città termale. La città, sede Vescovile, detta “ dei cento campanili” e per la presenza di numerosi istituti scolastici, biblioteca-pinacoteca, ha costituito un punto di riferimento per la cultura e le tradizioni locali. L’immagine Barocca della città risale agli anni  successivi l’intervento ricostruttivo della città, avvenuto dopo un terremoto che la distrusse. Il Duomo è noto per il portale seicentesco, nel 1642 assunse l’appellativo di Reale per la sua appartenenza al demanio Regio data da Filippo IV di Spagna.
La guerra ha portato molte novità in città. Innanzitutto i Tedeschi,dal Gennaio 1941 occupano il castello “ Scammacca” dei Pennisi Floristella, ma in effetti, non sono accolti ad Acireale con entusiasmo. La “ Cassa Operaia Santa Venera ” è una società anonima di credito, nata per venire incontro alle esigenze di piccoli artigiani, agricoltori, commercianti, operai.   Durante la 2° Guerra Mondiale la “ Riseria Molino e Pastificio Fratelli Leonardi  rappresenta un polo di rifornimento molto importante per le truppe e per le popolazioni civili. Il grande edificio che, nei pressi della Stazione Ferroviaria sulla via Nazionale, ospita lo stabilimento dichiarato di rilevante interesse bellico, è stato “mimetizzato” dipingendone i muri esterni con chiazze di colore rosso-cupo, azzurro, verde, giallo  e grigio, per confonderne la mole con i terreni circostanti, da impedirne la rilevazione aerea nemica. Per riscaldarsi si usa il carbone vegetale,  il carburante per auto diventa introvabile, si usa l’alcool denaturato per le “ spiritere “ per la preparazione del caffè.
Ai giorni nostri la città è un importante centro agricolo ( agrumi, uva e ortaggi ) con industrie di trasformazione, e un attivo centro commerciale.
Il turismo, legato tra l’altro alle cure termali (terme di Santa Venera), ha avuto recentemente un notevole impulso.
Da sottolineare "La Timpa",
imponente scarpata presente lungo il versante orientale della città di Acireale costituisce una rara bellezza di vegetazione a picco sul mare.   La ricca vegetazione, sempre verde, è costituita principalmente da ginestra e fico d’india, capperi e finocchi di mare. Tanta rigogliosa vegetazione è da correlare all’aspetto climatico del luogo.
Il clima è tipicamente Mediterraneo. L’elevata impermeabilità dei prodotti vulcanici disposti su uno strato argilloso impermeabile, favorisce la formazione di una considerevole riserva idrica sotterranea.
Il 14 Marzo 1984 è stata istituita la riserva naturale della Timpa di Acireale, sottoposta a tutela per la protezione dei valori ambientali. 

ARTE E CULTURA

L'Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti, sorta intorno alla meta' del XVII sec. grazie all'apporto di tre prestigiose "istituzioni" culturali, quali: l'Accademia degli Zelanti (1671), la Congregazione dei Padri dello Studio (1712) e l'Accademia dei Dafnici (1778), ha nel corso degli anni rappresentato un valido punto di riferimento per quanto concerne le attivita' culturali e gli studi in genere.
L'Accademia, la piu' antica in Sicilia fra quelle legalmente riconosciute, comprende una ricchissima Biblioteca ed una altrettanto importante Pinacoteca.
La Biblioteca Zelantea e' dagli inizi del '900 ubicata in Via Marchese di Sangiuliano, presso un edificio costruito dal Comune e progettato, in stile neoclassico, dall'architetto acese Mariano Panebianco.  
La Pinacoteca occupa oggi tre sale dell'edificio e ospita opere di artisti quali: Filippo Paladini, Giacinto Platania, Antonio Filocamo, Baldassare Grasso, Pietro Paolo Vasta, Vito D'Anna, Antonino Bonaccorsi, Francesco Mancini, Giuseppe Sciuti, Michele La Spina, Salvatore Fiume, per citare soltanto alcuni dei nomi piu' rappresentativi.
Fra i cimeli esposti nelle sale della Pinacoteca spicca la settecentesca carrozza municipale appartenuta al Senato Acese e considerata oggi una tra le migliori che si custodiscano in Sicilia, il bozzetto raffigurante Aci e Galatea eseguito da Rosario Anastasi, alcuni busti in marmo realizzati dallo stesso scultore acese, due "candelore" e parecchie sculture, opere in prevalenza di artisti locali.
Contribuiscono ad arricchire ulteriormente il patrimonio dell'Accademia, una ricca collezione numismatica, interessanti reperti archeologici di origine Greco-Romana e diversi pezzi di materiale bellico relativi alle ultime guerre. 
Un tempo chiesetta con annesso cimitero e giardino, edificata nel XV secolo in adiacenza al Duomo, fu a quest'ultimo ceduta (1602) per il completamento della navata sud e la realizzazione di una cappella dedicata all'Annunziata.
Tale decisione comporto' la possibilita' di procedere all'edificazione dell'attuale fabbrica, iniziata nel 1608 e completata nel 1684 grazie, per altro, allo spirito di competizione esistente tra i rettori dell'Oratorio medesimo e quelli di San Sebastiano, impegnati di fatto nella contemporanea realizzazione del "Tempio" del Santo Martire.
La chiesa dei SS. Pietro e Paolo fu affrescata dagli acesi Baldassare Grasso e Giovanni Lo Coco, allievo di G. Platania, dal messinese Giovanni Fulco e da Pietro Paolo Vasta, autore dei quadri "S. Andrea di Avellino"  e " Simone e Giuda".
Il terremoto del 1693 provoco'  ingenti danni alla chiesa, costituita, fino ad allora, da una navata unica coperta con un soffitto ligneo.
I successivi restauri apportarono notevoli modifiche all'organismo edilizio interno, quali la copertura a volta della navata e la realizzazione di partiture architettoniche in stile corinzio.
Il prospetto della chiesa, opera di Pietro Paolo Vasta, fu portato a termine durante il XVIII secolo; al medesimo periodo e' riconducibile la costruzione del campanile in stile barocco, opera di Vito Amico, la bellezza interna del Sacro edificio è contribuita dal tabernacolo argenteo del SS.Salvatore. 
In origine tempio votivo dedicato a San Sebastiano Martire, edificato dopo la peste del 1466 e distrutto dal terremoto del 1693, conserva tutt'oggi memoria dell'antica costruzione grazie al bellissimo portale, in stile gotico lombardo del 1475, unico ricordo di Aquilia Nuova.
Dopo il terremoto, la chiesa viene riedificata dai Confrati di Sant'Antonio e affrescata da artisti locali, fra i quali: Michele Vecchio, Pietro Paolo Vasta  il quale, colto da malore muore proprio durante la realizzazione degli affreschi, ma l’opera paterna venne continuata dal figlio Alessandro ed autore di alcuni quadri di pregevole valore artistico.
Il numero considerevole di edicole votive presenti in prossimita' degli incroci o lungo le strade principali, soprattutto quelle di un tempo, rappresenta tutt'oggi significato del patrimonio storico-artistico acese.
Denominate in gergo locale "atareddi", cioe' piccoli altari, sono costituite da nicchie realizzate nella muratura esterna delle costruzioni.
Sulla parete di fondo delle anzidette nicchie, oppure utilizzando supporti disposti all'interno delle stesse, quali legno, tela o lamiera zincata, venivano in passato raffigurate ad affresco immagini sacre, ispirate prevalentemente alla figura della Madonna e del Cristo, gli "atareddi" venivano di frequente ubicati lungo le strade principali, affinche', lo svolgimento delle processioni religiose potesse avvenire nella maniera piu' agevole; altri erano invece localizzati in prossimita' dei percorsi meno sicuri, per far si che la luce delle candele, offerte dai fedeli, garantisse seppur per breve tempo un'adeguata luminosita' dei tracciati anzidetti.
Fra le tradizionali raffigurazioni votive, numerose sono al riguardo le immagini ispirate alla Madonna del Rosario.
La maggior parte delle edicole, soprattutto le piu' interessanti dal punto di vista artistico, furono realizzate tra il XVIII ed il XIX secolo, periodo durante il quale gli autorevoli artisti, impegnati nella decorazione delle maggiori chiese locali, offrirono il loro "mestiere" per affrescare questi mini capolavori.

 

EVENTI ANNUALI

1) "Fiera dello Jonio", manifestazione che comprende iniziative artistiche, folkloristiche e spettacoli di varia natura;
2) Festa di S. Sebastiano;
3) Festa delal patrona Santa Vevera;
4) Carnevale di Acireale

Testi tratti dal sito www.akisrx.com

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