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SAN MARCO D'ALUNZIO (Sicilia - Messina) - STORIA E DESCRIZIONE DELLA CITTA'

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Foto di Oggi di San Marco d'Alunzio

Foto di Ieri di San Marco d'Alunzio

 

S. Marco d’Alunzio è una storica cittadina posta nelle colline della provincia di Messina; si erge su un colle a 540 metri s.l.m. Al tempo dei greci si chiamava Alontion mentre nel periodo Romano Aluntium; i Normanni lo chiamarono S. Marco e nel sec. XIX fu aggiunto il nome Alunzio.

Immerso nel Parco dei Nebrodi, ambiente ben conservato e protetto, S. Marco è soprattutto città d’arte, ricca di storia ed opere di inestimabile valore artistico.

Il paese si trova ad avere una posizione panoramica incantevole; in vari posti della cittadina, infatti, è possibile ammirare vedute mozzafiato sino ad abbracciare un arco paesaggistico che va da Capo Milazzo a Monte Pellegrino (Palermo), con il mare che fa da corollario soprattutto per l'incantevole scenario delle suggestive Isole Eolie.

L'origine di san Marco si perde nella memoria dei tempi; le prime testimonianze si ebbero con i Greci. Alcuni segni di questo periodo sono dati dal tempio di Ercole e della presenza di monete e vasellame vario. Sotto la denominazione Romana divenne Municipium Aluntinorum. Nel periodo Bizantino il paese si chiamò Demenna; di esso sono visibili testimonianze nella cappella dei Quattro Dottori, nelle chiese del SS. Salvatore, dell’Annunziata e di Tutti i Santi. I Normanni battezzarono la Città S. Marco per devozione al Santo Evangelista e in ricordo della prima Città conquistata in Calabria.

Il Tempio di Ercole, costruito dai Greci intorno al IV° secolo a.c., è sicuramente il monumento più importante dal punto di vista storico-artistico. Probabilmente utilizzato per le attività sportive collegate al culto di Ercole, l'edificio si trova posizionato ai piedi del centro abitato ed essendo l'unico ben conservato delal provincia di Messina, esso rappresenta una importante testimonianza dell'età classica nel messinese.

Ruggero e Roberto Guiscardo, degli Altavilla, scelsero San Marco d'Alunzio come punto di partenza e come presidio militare per la conquista della Sicilia. In questo periodo fu edificato il Monastero delle Monache Benedettine sito presso la Chiesa del SS. Salvatore. Il 2 Settembre 1398 il Re Martino concede S. Marco ad Abbo Filingeri. Con questa famiglia S. Marco divenne centro economicamente e culturalmente ben sviluppato e fu arricchito di molte chiese. Essi tennero la signoria di S. Marco fino al termine del feudalesimo in Sicilia.

I ruderi del castello (sec. XI) voluto da Roberto il Guiscardo dominano l´abitato. Tra le manifestazioni di rilievo sono da citare la Festa di San Basilio e la processione dei Babbaluti. La festa di San Basilio viene ricordata per la particolarità che durante la processione, alcuni devoti danzano portando pesanti rami sulle spalle; la processione dei Babbauti ricorre l´ultimo venerdì di marzo; nel corso della stessa, 33 fedeli (tanti quanti gli anni di Cristo), portano in processione il crocifisso.

Da sottolineare che San Marco d'Alunzio, durante il periodo romano, ebbe una grande importanza economica, tanto da coniare monete in proprio. E' stata anche presidio militare nella conquista normanna della Sicilia.

Passata dal demanio regio al demanio baronale, S. Marco appartenne anche ai Filangeri che vi costruirono numerose Chiese facendone fiorire la vita culturale. Quì appresso ne evidenziamo alcune tra le maggiori.

Ancor prima di entrare nel nucleo abitato si scorge, a sinistra della strada, in posizione isolata, la Chiesa di S. Marco, edificata sopra il tempio di Ercole (IV sec. a.C.). del quale non restano che pochi blocchi in pietra tufacea. La chiesa, totalmente scoperchiata, conserva i muri in pietra a vista e un portale rifatto.

Chiesa di S. Teodoro (o Badia piccola) a croce greca, che ospita il Museo della Cultura e delle Arti figurative bizantine e normanne - Costruita nel XVI sec. sui resti di una cappella bizantina, ha pianta a croce greca e ciascun braccio quadrato termina in una cupoletta. L'interno è decorato da magnifici stucchi di stile serpottiano: Giuditta e Oloferne e la caduta della manna nel deserto (ai lati dell'altare), scene della parabola del figliol prodigo, con santi e le quattro Virtù Teologali ai pilastri che sorreggono la volta.

Monastero delle Monache Benedettine - Edificato nel 1545. E' stato di recente ristrutturato. Al piano terra sono venute alla luce due delle tre absidi appartenenti alla Cappella dei S.S. Quattro Dottori (XI sec.), decorate da splendidi affreschi bizantini: molto ben conservati quelli dell'abside destra con nel catino una Madonna dalle delicatissime mani (non se ne vede purtroppo il volto) e, nella fascia sottostante (divisa da una netta demarcazione che simboleggia la separazione tra il cielo e la terra), i Quattro Dottori della chiesa ortodossa: S. Giovanni Crisostomo. S. Gregorio Nazianzeno, S. Basilio Magno e S. Attanasio che si stagliano su uno sfondo blu intenso.

Chiesa di S. Giuseppe - Vi è allestito un Museo Parrocchiale che custodisce arredi sacri, reliquiari in legno, una Vergine Odigitria in legno policromo, una bella statua lignea della Maddalena (XVII sec.) e una tela della Deposizione (XVIII sec.)

La Chiesa Madre di S. Nicolò si trova in pieno centro storico lungo la centrale via Aluntina, con una sobria facciata arricchita soltanto da tre portali in marmo rosso aluntino, utilizzata a profusione anche all'interno.

Più avanti, in piazza S. Agostino, sorge S. Maria delle Grazie, che custodisce il monumento funerario dei Filangeri, opera di Domenico Gagini (1481), con una bella statua giacente dall'espressione dolce e serena.

Sulla destra la Chiesa di S. Basilio, settecentesca, di cui si conservano i resti di un loggiato ad archi acuti e si arriva alla Chiesa dell'Ara Coeli, secentesca, che presenta un portale affiancato da colonne scanalate e arricchito da volute e decorazioni floreali. All'interno, la Cappella del SS. Crocifisso, decorata con begli stucchi serpottiani raffiguranti santi, vivacissimi putti, angioli e ghirlande di frutta, custodisce un espressivo Crocifisso ligneo secentesco di scuola spagnola.

La Chiesa di San Salvatore - detta anche Badia Grande, in quanto vi era annesso un importante monastero di suore benedettine, ora diroccato, sorge isolata in direzione del campo sportivo. L'elegante portale, in marmo aluntino, è impreziosito da colonne, angeli e putti. All'interno si è accolti da un tripudio di angeli che suonano le trombe, figure allegoriche, putti che giocano e sostengono drappi, cartigli e ghirlande di fiori; la ricchezza della decorazione a stucchi culmina nel sontuoso drappo, dal sapiente panneggia, che scende dal baldacchino ligneo, posto sul tabernacolo.

La chiesa degli Aracoeli è considerata tra le più incantevoli del paese, con il suo raffinato interno marmoreo rinascimentale; all'interno ospita delle pregevoli opere da museo il cui maggiore capolavoro è il livolsianio Crocifisso.

 
   

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