Inizialmente era una torre araba, alla quale furono
poi aggregate altre costruzioni: le prima verso la fine del XIII secolo, la
seconda agli inizi del XV, e la terza (progettata dall’architetto Giuseppe
Sivieri) in epoca recente, intorno al 1950. I tre corpi si fondono
armoniosamente con la originaria torre ed il pittoresco cortile.
In questo palazzo, chiamato Corvaja dal nome degli ultimi proprietari, si
riunì nel 1410 il parlamento del Regno di Sicilia presieduto dalla regina
Bianca di Navarra, vedova di Martino II d’Aragona, la quale aveva fatto del
palazzo la sua residenza estiva. Nel cortile, sotto il cornicione di fronte
all’ingresso, campeggia una scritta in latino: “Esto michi locum refugii”.
Era il tempo in cui il centro storico di Taormina era ancora un “luogo di
rifugio”.
Il palazzo Corvaja è oggi sede dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo.
Ed ospita piure, nei saloni a primo piano, un interessantissimo museo
etnografico di arte e tradizioni popolari siciliane. Una struttura
permanente che espone preziosissimi reperti della cultura figurativa e
dell’artigianato artistico siciliano dal XVI al XX secolo: sculture lignee
devozionali, antichi presepi con i grandi pastori in terracotta (autentici
pezzi d’arte dell’artigianato siciliano), ceramiche antropomorfe, pezzi
rutilanti di vecchi carretti siciliani, cartelloni dell’opera dei pupi, e
quadri, arazzi, tappeti antici.
Arte, cultura e tradizioni popolari: un patrimonio di inestimabile valore,
che è la grande forza della vecchia e nuova Sicilia. |