Home Page

ACQUEDOLCI' - STORIA E DESCRIZIONE DELLA CITTA'

Home Page
Tel. 0941-950599 - 328-6923396 - 338-1144457 - mail: info@casealbergo.it


Le Fotografie di Oggi

ACQUEDOLCI' - STORIA E DESCRIZIONE DELLA CITTA'

Le Fotografie di Ieri

Acquedolci si trova posizionata, ai piedi dei Monti Nebrodi, sulla Nazionale Messina - Palermo, fra S. Agata Militello (da molti ancora impropriamente chiamata Sant'Agata di Militello) e Caronia Marina. Caratteristica per le sue ville signorili, per il celebre carnevale (tra i migliori in Sicilia), per la sua Grotta di San Teodoro (col suo antico Castello) e per la sue peculiarità turistiche che la rendono uno dei centri più graziosi dell'intera costa Tirrenica.

La città ha avuto i suoi natali a partire dall'8 gennaio del 1922, quando la frana di San Fratello (celebre paese limitrofo di cui era allora frazione) indusse molti abitanti del predetto paese montano a spostarsi nella frazione marina di Acquedolci (clicca quì per vedere una Foto di quel disastroso evento).
Di rilavante importanza fu anche la visita a San Fratello del Duce Benito Mussolini. Egli dopo la catastrofica frana sentì il dovere di visitare la città siciliana, probabilmente ancor più motivato dalla presenza nel suo governo di un illustre sanfratellano come il Gen. Di Giorgio.
La visita del Duce ed il forte interessamento del Gen. Di Giorgio, illustre politico e scrittore, per il grave evento calamitoso che colpì san Fratello sono una dimostrazione del fattivo interessamento del Governo Nazionale di allora verso tale problema.  Il culmine di tale impegno fu la Legge n. 1045 del 9 Luglio 1922 con la la quale il Governo Mussolini ha previsto la ricostruzione del paese di San Fratello in altro luogo, così identificato nell'allora frazione di “Acquedolci” (Clicca quì per vedere la Foto della visita di Benito Mussolini a San Fratello).
 

La forte crescita demografica ed urbanistica e anche l'esigenza amministrativa di gestire con più efficienza i servizi principali, hanno portato la città di Acquedolci, nel 1969 (esattamente il 12 Novembre), a reclamare ed ottenere l’autonomia.

Il Paese si trova incastonato tra le verdi e belle colline alberate e lo scenario delle fantastiche Isole Eolie, la cui "leggiadria" delle forme vulcaniche, conferisce al paesaggio di Acquedolci nel suo insieme, un tono sicuramente suggestivo. 

 

Riguardo l'origine del nome vi sono vi sono diversità di posizioni. Alcuni sostengono che il nome di Acquedolci tragga origine dalla spiaggia, detta proprio "delle Acque Dolci" altri invece fanno risalire la sua nascita alla presenza di una copiosa fonte che oggi sgorga alle falde del Pizzo Castellaro. Tale corso d’acqua, che prende il nome di Favara, anticamente veniva dolcificato dalla canna da zucchero la cui produzione era molto fiorente in Acquedolci.

Quest'ultima produzione non è più oggi meta dei produttori locali. La produzione agricola principale è quella degli agrumi. Nel suo complesso la città sembra, comunque, essere proiettata verso uno sviluppo turistico e commerciale.
Acquedolci, infatti, d'estate è meta di numerosi turisti ai quali può offrire un mare limpido e particolare ed un ambiente incontaminato.
Prezioso bene artistico è il castello sorto tra il 1660 e il 1700 grazie all'intervento dei Principi di Palagonia. Nonostante rappresenti una grossa fetta di storia di Acquedolci, oggi, purtroppo, il castello non si presenta in maniera impeccabile ai suoi cittadini. Il Comune lo ha acquistato, recentemente, proprio con l'intento di consolidarne il suo valore ed il suo pregio architettonico.
Giuseppe Belfiore nella sua opera "La civiltà artistica della Sicilia", riferisce del castello come di un edificio di origine medievale dotato, successivamente, a suo dire, anche di artiglieria. Al suo interno vi dimorò il principe di San Fratello, il conte di Palagonia e, successivamente la famiglia Cupane, che fù anche proprietaria dello stesso.

 

Tra gli uomini celebri di Acquedolci ricordiamo il sopra citato Gen. Di Giorgio eletto deputato nel 1913 nel Collegio di Mistretta; nel 1919 fu riconfermato nel Collegio di Messina. In quegli anni fu anche Ministro di Gabinetto di Benito Mussolini. Di Giorgio morì a Palermo nel 1932. 

Tra gli Altri acquedolcesi illustri, vi sono anche i generali Rubino, Ricca, Artale, ed il Prof. Ricca Salerno. I primi tre furono illustri nomi delle Forze armate dell'epoca mentre Il prof. Ricca Salerno viene ricordato come un grande maestro di Diritto di livello nazionale; Da ricordare anche l'Arciprete Antonino Di Paci, il quale oltre a lasciare una grande testimonianza di religiosità tra i suoi fedeli va ricordato anche per essere stato tra quelli che si sono lungamente battuti per il raggiungimento dell'autonomia del paese di Acquedolci. A Don Di Paci si deve anche la nascita dell'istituzione "Beata Vergine Assunta" in Acquedolci, per la cui realizzazione egli contribuì con la donazione del terreno in cui essa sorge.
 

Tra le opere storiche, di rilievo sono la Chiesa Madre, posta al centro del paese ed il Castello ed intitolata a San Benedetto il Moro. Il tempio dedicato a San Benedetto il Moro, custodisce fra l'altro nel suo interno, tre belle statue in legno. Raffigurano il crocifisso, San Francesco di Paola e San Benedetto il Moro.
La Chiesa fu costruita proprio in occasione della frana del 1922 in sostituzione di quella vecchia. Nella stessa data fu anche realizzato il palazzo comunale da apprezzare per la sua impronta architettonica dell'epoca fascista.


Una nota di merito va anche alla villa comunale, verde e bella e punta di spicco del paese.


Da porre in debito risalto anche la grotta di San Teodoro, già sopra richiamata. Essa porta il nome del Santo che al suo interno visse al suo interno da eremita; La grotta, collocata poco fuori della città di Acquedolci, fu scoperta nel 1859. Al suo interno furono rilevate una grossa quantità gran quantità di ossa fossili (fra cui denti dell'elefante africano e ossa di ippopotami, cervi, della ienatigre), resti umani risalenti a circa 11.000 anni, manufatti litici, sepolture del periodo paleolitico,

 

EVENTI ANNUALI

a) Il carnevale, noto in tutta la Sicilia.
b) I riti della settimana Santa Settimana Santa;
c) festa dell'emigrante (agosto);
d) La festa patronale di S. Benedetto il Moro nella 1° settimana di Agosto.


Cookie Policy
Privacy Policy